Mio padre costruiva plastici.
Li faceva per i concorsi e per i progetti più importanti.
Usava cartone e balsa, spilloni per simulare gli alberi, ritagli di spugna per i cespugli. Costruiva i pendii impilando curve di livello di cartone, e verniciava a spruzzo l’opera completa.
Usava un tagliabalsa giallo, a lama larga, retrattile, credo tedesco.
Quando vedo nei cestoni delle offerte dei supermercati i taglierini cinesi, in vendita a pochi centesimi, mi torna sempre in mente quell’oggetto giallo e pericoloso, che non andava toccato.
L’ultimo volantone di Iper, “Centinaia di occasioni a portata di moneta”, offre un set di 6 cutter per 1 euro (L. 1'936,27). Tre grandi, tre piccoli. Sei taglierini per un euro: proposta allettante, ma chi ne può avere bisogno?
Le sei lame di Iper mi sembrano esemplari: cataloghi e cestoni pieni di oggettini di utilità dubbia, che però, “per quello che costa”.
Scatole Old Memories in latta, riproduzione anni 30: 1 € (L. 1'936,27).
Dieci rotoli di scotch: 1 € (L. 1'936,27).
CD promozionale: 1 € (L. 1'936,27).
Colino di plastica: 1 € (L. 1'936,27).
Utili o inutili, costo di produzione infimo, questi oggetti sono l’atto di acquisto come valore in sé. In quanto tempo consumiamo dieci rotoli di scotch? A che serve il CD “Fiesta Latina”?
Un euro (L. 1'936,27): il piacere della ripetizione.
domenica, gennaio 14, 2007
Sei taglierini
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